Archivi del mese: marzo 2009

genchi, manganelli e bolzaneto

Il vicequestore Gioacchino Genchi, da 20 anni consulente dei giudici in indagini di mafia e corruzione, è stato sospeso dal servizio. Motivo: ha rilasciato interviste per difendersi dalle calunnie e ha risposto su facebook alle critiche di un giornalista. «Condotta lesiva per il prestigio delle Istituzioni» che rende «la sua permanenza in servizio gravemente nociva per l’immagine della Polizia». Firmato: il capo della Polizia, Antonio Manganelli 
 
 Se Genchi avesse massacrato di botte qualche no global al G8 di Genova, sarebbe felicemente al suo posto e avrebbe fatto carriera (Massimo Calandri, «Bolzaneto, la mattanza della democrazia»):  
  • Vincenzo Canterini, condannato a 4 anni in primo grado per le violenze alla Diaz, è stato promosso questore e ufficiale di collegamento Interpol a Bucarest 
  • Michelangelo Fournier, 2 anni di carcere in tribunale, è al vertice della Direzione Centrale Antidroga.  
  • Alessandro Perugini, celebre per aver preso a calci in faccia un quindicenne, condannato in primo grado a 2 anni e 4 mesi per le sevizie a Bolzaneto e a 2 anni e 3 mesi per arresti illegali, è divenuto capo del personale alla Questura di Genova e poi dirigente in quella di Alessandria 
Le loro condotte non erano «lesive per il prestigio delle Istituzioni» e la loro presenza è tutt’altro che «nociva per l’immagine della Polizia». Ma forse c’è stato un equivoco: Manganelli voleva difendere Genchi e sospendere Canterini, Fournier e Perugini, ma il solito attendente coglione ha capito male. Nel qual caso, dottor Manganelli, ci faccia sapere. 
 
Marco Travaglio 
 
 

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al mercaa de porta romana

Al mercaa de Porta Romana
Per ‘na stòria de quatter scigoll
Tucc i dònn, saran staa ona vintenna,
S’eren miss adree a fà question.
A pè, in bicicletta, de corsa
Riven i ghisa e on quaj pollee
Poeu on quajvun el se scalda e’l vosa
Per fermaj e per faj tasè.

Mì me par che anca i pussee stupid
Quand se tratta de ciappaj su
Ben o mal, tanto ormai l’è inutil,
Van via tucc e ne parlen pú.
Lilinscì inveci de moccala
S’inn scaldaa tucc anmò pussee
E han taccaa a dà via bòtt devvera
Contra i ghisa e adòss ai pollee.

Quand hoo vist i donnett per terra
Ch’eren ‘dree a ciappaj su de bon
M’è vegnuu come ona gran voeuja
De saltà giò a dagh ona man.
Del sest pian dove che gh’hoo la stanza
Ghe vosavi giò ‘mè on strascee :
« Daj ch’hinn còtt, che gh’han troòpa panscia !
Forza dònn, degh adòss, alé !! »

A ‘n bell moment voeuna la se tacca
Ai calzon d’on vecc maresciall
Che’l caiss el se sbatt el vosa :
« Abass le legg e cchi le ffa ! »
‘N’altra la salta sú ‘me ona bissa
e la streng fort in mezz ai ciapp
El crapon del sergent di ghisa
Che’l se mett a crià ‘mè on matt.

La pussee grassa de la banda
La sbottònna el sò reggipett
E a tucc quej che ghe gira intorna
La ghe mòlla cazzòtt coi tett.
Che casòtt : i pollee che vosen
E i donnett che ghe van adòss.
Se sa minga indove l’è che picchen
Fatto sta che se sent i òss.

Quand han vist ch’han vinciuu la guerra
Che faseva pú nient nissun
I donnett s’hinn sbassaa per terra
A cattà su ancamò i scigoll.
Gh’è restaa però ona gran voeuja
De ‘ndà indree a streppagh via i marron.
Meno mal gh’i aveven minga,
Se de nò gh’el faseven de bon !

Nanni Svampa
(da Hecatombe di George Brassens 1965)

AL MERCATO RIONALE

L’altro giorno al mercato rionale
litigando per dei cipollotti
ventiquattro robuste massaie
si menavano a suon di cazzotti
Salta fuori la pula stressata
che già aveva già le madonne
e si butta alla disperata
per fermar quel casino di donne

È un’usanza un po’ primitiva
ma se c’è in ogni parte del mondo
da menare quelli in divisa
tutti quanti si metton d’accordo
reazione un po’ esagerata
rivoltandosi come dei gatti
le massaie si danno un’occhiata
poi si scagliano sui piedipatti

A guardare ‘sta banda di pirla
che stavan perdendo la guerra
io me l’immaginavo già in fila
belli freschi laggiù sottoterra
Dal balcone con le mie grida
incitavo contro i pulè
le megere gendarmicide
"Forza donne! Hip hip alè!"

Una parte decisa e sicura
e ad un triste appuntato gli fa
dire "Abbasso leggi e questura
L’anarchia trionferà!"
Poi c’è un’altra che brucia le tappe
e s’infila la testa di uno
fra le sue gigantesche chiappe
lì così non respira nessuno

La più grassa via il reggipetto
roteando busto e bacino
manganella a colpi di tette
chi per caso le passa vicino
Ecco cadono, cadono a terra
una vera e propria ecatombe
sembra d’essere in tempo di guerra
vanno giù come sotto le bombe

Alla fine della battaglia,
non contente di avergliele date,
come ultima rappresaglia
le massaie, ancora incazzate,
ritornando alle loro cipolle
quelle furie, va’ che indecenza,
gli volevan tagliere le balle:
per fortuna eran già senza!

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l’isola che non c’è

Seconda stella a destra
questo è il cammino,
e poi dritto fino al mattino
poi la strada la trovi da te,
porta all’isola che non c’è.

Forse questo ti sembrerà un strano,
ma la ragione ti ha un po’ preso la mano.
Ed ora sei quasi convinto che
non può esistere un’isola che non c’è.

E a pensarci, che pazzia,
è una favola, è solo fantasia
e chi è saggio, chi è maturo lo sa:
non può esistere nella realtà!

Son d’accordo con voi,
non esiste una terra
dove non ci son santi né eroi
e se non ci son ladri,
e se non c’è mai la guerra,
forse è proprio l’isola che non c’è
… che non c’è.

E non è un’invenzione
e neanche un gioco di parole
se ci credi ti basta perché
poi la strada la trovi da te.

Son d’accordo con voi,
niente ladri e gendarmi,
ma che razza di isola è?
Niente odio e violenza,
né soldati, né armi,
forse è proprio l’isola che non c’è
… che non c’è.

Seconda stella a destra
questo è il cammino,
e poi dritto fino al mattino
non ti puoi sbagliare perché
quella è l’isola che non c’è!

E ti prendono in giro
se continui a cercarla,
ma non darti per vinto perché
chi ci ha già rinunciato
e ti ride alle spalle
forse è ancora più pazzo di te!
 

Edoardo Bennato 

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St.Patrick Day II

Il bicchiere dell’addio 

Ho un vecchio amico che sta per partire e stanotte ritorna via.
E’ il momento dei baci, dei saluti ed abbracci e gli auguri di buona fortuna
niente lacrime prego, che c’è altro da fare e stasera non piange nessuno
io mi ungo la gola e preparo il bicchiere in onore del vecchio Bob.

C’è una festa ragazzi e qui si va giù pesi
è la festa più grande che ci sia
c’è chi beve e chi zompa, c’è chi canta e chi si tronca,
c’è chi è allegro e chi si butta via
e le ragazze in gran tiro ubriache come matte,
con i guanti e con il vestito rosso,
le zitelle e le spose, le chiattone e sciantose
fanno a gara a ballare con il mostro.
C’è un amico che parte e questa è l’occasione
prenderemo la ciucca ma cantando una canzone

Fare thee well, fare the well,
fare thee well boys ‘cos I’m going away
fare the well to the Ramblers
who’ve been drinking with me.
and to the girlies who’ve been looking after me.
Fare thee well, fare the well,
un bicchiere solo e ce ne andremo via
salutiamo gli amici, i musicisti e le ragazze
sollevando il bicchiere dell’addio.

I came on Alitalia in the middle of the night
I got stociuos drinking free booze on the plane
I was drunk in immigration
When they tried to search my bags
for the drugs already swallowed on the way.
I was drunk again in Florence,
Reggio Emilia I was pissed
Iwas flutered, plastered, legless when in Rome
and I can’t remember Italy,
the Ramblers or the girls
and I can’t remember how I’m getting home.
But my nose has gotten redder,
so I must have seen the sun
and my dick is fucking sore,
so I must have had some fun.

Fare thee well, fare the well,
fare thee well boys ‘cos I’m going away
fare the well to the Ramblers
who’ve been drinking with me.
and to the girlies who’ve been looking after me.

Fare thee well, fare the well,
un bicchiere solo e ce ne andremo via
salutiamo gli amici, i musicisti e le ragazze
sollevando il bicchiere dell’addio.

E’ il momento dei balli e la caccia si fa dura
all’Ermella alla Manu e all’Antonietta.
C’è chi punta la Claudia, chi tocca la Simo
chi importuna la Milla e la Cosetta.
Mister Geldof è steso e sta cantando dietro al bar
si esibisce con in mano un cavatappi
Na Na Na Na Na Na …
I don’t mind at all.

C’è un amico che parte e questa è l’occasione
e vogliamo salutarlo cantando una canzone

Fare thee well, fare the well,
fare thee well boys ‘cos I’m going away
fare the well to the Ramblers
who’ve been drinking with me.
and to the girlies who’ve been looking after me.

Fare thee well, fare the well,
un bicchiere solo e ce ne andremo via
salutiamo gli amici, i musicisti e le ragazze
sollevando il bicchiere dell’addio.

Salutiamo gli amici, il vecchio Bob e le ragazze
sollevando il bicchiere dell’addio

Modena City Ramblers 

 

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St.Patrick Day I

Gli Amanti d’Irlanda
 
Un’ora, un’ora, un tiro di voce, un sorriso segreto,
così la luna di questo paese divenne l’alba
sulle strade di Francia.

"Oh amore, amore che tutto disdegni (fuorchè in tuo nome)"
così che un segno rimase profondo finita la Francia
e già sui muri di Fiandra.

Aviatore sopra il mare
dimmi che cosa vedi,
aviatore che tagli il mare
dimmi c’è niente che corre come noi.

Sovrappose i suoi occhi al mare
e le labbra al motore ansante
lei mi guardava le mani e il volante girava pronto
per il buio di Londra.

Aviatore sopra il mare
dimmi che cosa vedi,
aviatore di là dal mare
dimmi c’è niente che corre come noi
che corre come noi.

Noi che imparammo ad amarci d’amore
al buio, al vento, al mare
aspettando i rari aviatori dai vetri di una stanza
in un albergo d’Irldanda.

Aspettando i rari aviatori dai vetri di una stanza
in un albergo d’Irlanda.

Come gli amanti d’Irlanda.
Come gli amanti d’Irlanda.

Ivano Fossati

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